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17 01 2013 | Rimini | Lombardi: Mai lasciato il Pdl. E presenta i riminesi del Mir

Giovedì, 17 Gennaio 2013

mattone

Rimini | Lombardi: Mai lasciato il Pdl. E presenta la lista di Mir


All’inizio alcuni nota bene. Marco Lombardi parte con alcune premesse nel presentare la lista che lo vede primo al Senato per l’Emilia Romagna, quella con i Moderati italiani in rivoluzione (Mir), associazione che fa capo all’imprenditore Giampiero Samorì, in coalizione con il centro destra alle prossime elezioni politiche.


La scelta – innanzitutto – non ha a che fare con la situazione locale riminese. Perché non ce n'è motivo, e anche perché fino a un anno fa il responsabile riminese del Pdl ero io e sono convinto di aver agito bene”. I distinguo, semmai, sono “sulla gestione del partito a livello nazionale. Da quello che negli anni abbiamo potuto constatare, c’è stata una certa mancanza di collegamento con il territorio, che si è sentita soprattutto guardando al turismo e alla vicenda dei frontalieri, circa 6mila, che lavorano nella Repubblica di San Marino”.


Altra precisazione. “Noi tutti ci auspichiamo che Sergio Pizzolante trovi spazio in una posizione che gli garantisca la rielezione, perché credo abbia fatto bene per il territorio ed è giusto prosegua il lavoro. Non avremmo quindi mai preso questa decisione se ci fossimo trovati ancora in Forza Italia, tutti noi siamo nati da questa esperienza cui avremmo perdonato di più rispetto a quanto perdoniamo al Pdl”. C’è di più. “Nessuno di noi avrebbe preso parte a una lista elettorale che non avesse appoggiato Silvio Berlusconi. Credo che vada distinto il piano personale da quello di uomo politico e uomo di governo, nei panni del quale ha fatto il massimo nella situazione data. Dopo la propaganda disastrosa dei media e della sinistra abbiamo visto infatti che i dati del governo tecnico a un anno di distanza sono tutti peggiori. Abbiamo anche potuto appurare come siano bufale acclarate sia che non si pagavano gli stipendi pubblici, sia che l’abolizione dell’ici abbia favorito il buco di bilancio che ha fatto cadere il governo”.


Da qui le motivazioni di una scelta che nelle parole di Lombardi sembra arrivare dallo stesso ex premier. “L’idea dello spacchettamento era sua”, dice a un certo punto. “Siccome il Pdl era arrivato al 15 per cento, con il ritorno in campo di Berlusconi si arriverà probabilmente al 20, e siccome alle ultime elezioni avevamo vinto col 38, ci siamo accorti che c'è uno spazio enorme da recuperare. Siamo qui per questo. C'è da bloccare un trend positivo della sinistra. Per questo, soprattutto al Senato, sono utili tutte le forze in campo”.
Poi arriva un’altra precisazione, quella più attesa. “Io non sono Renzi (Gioenzo, ndr). Noi tutti siamo completamente all'interno del Pdl e non c’è stato alcuno strappo. Il nostro impegno nasce dalle primarie, quando, ricordo, noi ci eravamo già espressi in appoggio alla candidatura di Samorì. Nel momento in cui le primarie non ci sono state, sempre nell’ottica e nella necessità di recuperare elettorato per il centro destra, è nata questa lista, come ne sono nate molte altre. Il Mir è un’associazione, non è un partito. Si propone di selezionare la classe dirigente del Pdl. E’ in accordo con Berlusconi che ho deciso di presentare questa lista. In passato abbiamo fatto altre cose del genere, come quando abbiamo prestato le firme alla Lega che non le aveva”.


Eccolo quindi arrivare al Mir. “Non abbiamo dentro parlamentari uscenti. La lista è ricchissima di imprenditori e persone impegnate nella società civile, anche di molti amministratori del Pdl”. I riminesi candidati alla Camera sono, dunque, il commercialista Fabio Fraternali, l’albergatore Massimo Bordoni, il professionista Walter Vicario, lo studente Angelo Russo. Per il senato seguono Lombardi capolista, il medico Antonio Barboni, lo storico dell’arte Laura Muti, l’imprenditore Fabio Falsetti, il dirigente Stefano Gori, il commercialista Andrea Berardi, l’imprenditore Alessandro Pulis.


Il programma elettorale di Mir è lo stesso del Pdl. “Semmai, il Mir offre ancora più contributi determinanti nella riduzione del debito pubblico con soluzioni innovative e nei rapporti con l'Europa: con la Germania a cui non si può chiedere di pagare i nastri debiti, ma di non speculare sulle nostre disgrazie guadagnando sullo spread questo sì. E lo ha detto solo Samorì. Penso anche alla riforma della macchina amministrativa e alla verifica sull’attività delle banche. Qui Samorì ha delle competenze specifiche. Perché noi diamo soldi gratis alle banche, ma loro non li danno a noi?”. E poi il turismo, le concessioni demaniali e l’aeroporto. “Il tema dell’aeroporto è spinoso, ma penso che a livello nazionale si possa intervenire. E’ evidente che l’unica strada è la privatizzazione, ma è difficile che i privati possano essere dei locali. Bisogna cercare partner da fuori. In questo, il ruolo di un parlamentare potrebbe rivelarsi utile, come per la questione delle infrastrutture in genere”.


La sfida è difficile, “ma siamo abbastanza consapevoli che una possibilità c'è. Per il nostro territorio potremmo trovarci ad avere due uomini in parlamento: Pizzolante alla Camera, io al Senato”. Servono 60mila voti in regione.


C’è anche tempo per una battuta sulla sede della campagna elettorale, che non sarà quella del Pdl. “Io fino a mezz'ora fa ero in sede: sono un consigliere regionale del Pdl e ho un ufficio lì, mi serve per lavorare. Per la campagna elettorale, invece, mi sembra una questione di buon senso cercare un altro posto”.
Sul pericolo di espulsione dal partito di Berlusconi. “Una situazione di disagio c'è stata nei confronti di una prospettiva nazionale, non nei confronti del livello locale. Se poi domani arriverà il provvedimento da Roma secondo cui chi si è candidato in Mir, in altre liste, verrà espulso, allora vedremo. A me, comunque, un provvedimento in tal senso non risulta, ho anche fatto delle verifiche che lo confermano”.
E sulle sue ambizioni. “Ci tengo a dire che non avevo la smania di arrivare a Roma. Io sto benissimo in Regione e vorrei rimanerci, ma un conto sono i desideri e un conto sono i percorsi e la realtà. Io sono alla terza legislatura e sarebbe molto difficile continuare. Si sono create altrove le condizioni per provare a continuare a fare qualcosa di utile”.


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